giovedì 31 maggio 2018

Tartaruga Cupulatta (aggiornato)


Tartaruga Cupulatta

Tartaruga Cupulatta era andata a cercare una bella pietra piatta sulla quale scaldarsi al sole. La stagione estiva tardava ad arrivare e lei non ne voleva sapere di spostarsi dal suo stagno circondato da bellissime statue e olivi secolari. Aveva percorso un lungo tragitto e dal centro della Corsica si era ritrovata sulle coste toscane. Cammina cammina era arrivata vicino alla Capitale, Roma, ne aveva sentito tanto parlare che la voleva proprio visitare. Mentre procedeva nella sua peregrinazione col passo lento che la contraddistingueva, interi quartieri sorgevano dal niente. Dove c’era una bella radura adesso c’era una scuola con tanti studenti che erano sempre molto contenti quando suonava una certa campanella. Se avesse dovuto fare la strada a ritroso avrebbe avuto bisogno di una bussola e di qualche mappa aggiornata ma quando aveva iniziato a nuotare per attraversare il mare il computer non era ancora stato inventato e lei non lo sapeva usare. A volte si era fermata per qualche tempo, per mangiare dell’insalata o un bel cono gelato, di cui era ghiotta. Arrivando a Roma si rese conto che c’erano troppi palazzi e lei non avrebbe saputo dove sguazzare. Tornò indietro, ma confuse l’Est con l’Ovest e invece di arrivare al mare si trovò in un parco secolare talmente bello da non poterlo neanche raccontare. Decise dunque di fermarsi là, su un’isola artificiale chiamata Siracusa, dove l’imperatore Adriano era solito riposare. Anche a lei piaceva il Teatro marino di Villa Adriana e aveva deciso di stabilirsi lì con la famigliola nata dalle sue uova. Adesso non aveva più voglia di andare lontano, si accontentava di cercare la sua pietra filosofale e chiacchierare amabilmente con amiche e parenti all’ombra di ulivi e monumenti.


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