Lappo e i suoi amici. Lo scrigno colorato.
Lappo stava tornando tutto contento dal
laboratorio di Magik quando si trovò in prossimità dell’autostrada verde e vide
Lilla che rideva felice accanto ad una forestiera. Incuriosito, si avvicinò e
salutò il Cavallo Bianco.
“Ciao Lilla che si dice?”
“Ciao Lappo, sono proprio contenta di incontrarti:
sarei venuta a cercarti, mi hai risparmiato un viaggio, meno male perché sono
un po’ stanca”
“Ah benissimo, volete venire a prendere
una tazza di Betullica?”
“Oh sì, con gran piacere, lei è Artena,
la mia amica che viene dalla Terra degli Orsi Polari”
Dopo i convenevoli di rito Lilla spiegò
per sommi capi per quale motivo fosse andata fin lì a pochi giorni dalla gita
al mökki e Lappo fu più che contento di poterle aiutare.
“Le bacche di ghiaccio polare saranno
certamente gradite e le tue prelibatezze anche ma cosa c’è in quello scrigno
colorato?”
Lappo non aveva saputo tenere a freno la
sua curiosità, al contrario di Lilla che era certa che la sua amica Artena
avrebbe preso qualcosa di davvero speciale e non si era premurata di chiederle
cosa fosse.
“Sono contenta che me lo chieda: è un antico
poema musicale scritto dalla poetessa armena Sahakduxt nell’ottavo secolo o giù
di lì e penso che, da quello che mi ha raccontato Lilla, potrebbe essere
particolarmente apprezzato da Volpacchiotta, anche se non dovremmo sapere che Lince
è innamorato di lei”. Questa volta aveva inspiegabilmente parlato utilizzando
la punteggiatura e Lilla pensò che quella composizione doveva essere davvero
magica.
Si trattava, infatti, di un racconto ambientato
in un futuro immaginario in cui si narravano le gesta di un eroe dall’evocativo
nome di Alp Arlsan, che in armeno vuol dire ‘Leone Valoroso’, il quale era considerato
invincibile in qualunque tenzone ma non riusciva a dichiarare il suo amore.
Lappo annuì contento e trascorsero il
pomeriggio a pianificare la gita.
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