Volpe,
Istrice e Castorina
Volpe e Istrice volevano fare una sorpresa
a Castorina, avevano lavorato alacremente per raccogliere l’occorrente ed erano
piuttosto contente del risultato. Non si erano avvedute, però, che da quelle
parti girava un grosso rospo tutto viscido e schifiltoso che non sapeva far
altro che gracidare e fare versacci. Gli altri abitanti dello stagno non lo
volevano mai accanto perché era proprio antipatico e cercava sempre di rovinare
tutto, per cui lui se ne andava in giro a cercare qualcuno a cui dare fastidio,
era il suo carattere e non ci poteva fare niente. Quando Castorina arrivò, Istrice
e Volpe non avevano più quello che avevano preparato perché il rospaccio l’aveva
rubato. Gabbianello stava svolazzando un po’ annoiato, aveva visto tutto dalla
sua posizione e aveva deciso di dare al rospaccio, che si stava crogiolando
pensando di aver fatto proprio un bel colpaccio, una sonora lezione. Cominciò a
parlare con un albero di tutti i regali che avrebbe voluto fare a Castorina ma
appena vedeva arrivare il rospo smetteva o abbassava la voce così che non
potesse sentire. L’albero capì e stette al gioco. Il rospo era proprio
orgoglioso e si sentiva molto furbo. Gabbianello continuava ad attirarlo a sé
finché lo irretì in una trappola di foglie e rametti. Il rospo rimase
intrappolato e dovette restituire tutto il maltolto, anche se aveva mangiato
molto di quello che aveva trafugato, tra cui il dono di Volpe e Istrice che, non
sapendo bene cosa fare, si misero a cantare e ballare, prepararono una torta e
abbracciarono forte forte Castorina che si sentì proprio felice di avere delle
amiche tanto care.
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