Hadda
Hadda non aveva mai accettato un no come
risposta.
Era una volpetta molto molto testarda e
sapeva rispondere con fare canzonatorio a chiunque volesse metterla in un
angolo a fare altro, qualunque cosa ciò volesse dire.
Un bel giorno si attardò nei migliori
club jazzistici della metropoli ma si sentiva proprio un po’ insoddisfatta,
aveva voglia di sperimentare qualcosa di nuovo.
Le sembrava che non ci fosse abbastanza
spazio per lei.
Si guardò intorno, proprio lì accanto c’era
la strada per il porto.
Udì distintamente la sirena di una nave
UHUUUU, stava forse invitando i ritardatari a salire a bordo?
Senza sapere neanche bene perché si
avvicinò, dapprima a passi incerti, poi affrettandosi sempre più UHUUUU
seguendo il suono di quella ammaliatrice sirena UHUUUUUU UHUUUUUU.
Correva, quasi, UHUUUUU o saltellava?
Appena vide quell’enorme massa di
ferraglia che galleggiava sull’acqua sorrise con gli occhi vivaci e luminosi.
UHUUUUU
Chissà dove stava andando quella nave?
Lo chiese ad un marinaio che sembrava molto indaffarato.
“In Australia!”, rispose
“E perché ci sta mettendo tanto a
partire?”, chiese Hadda che ormai sentiva crescere in sé un gran desiderio di
imbarcarsi.
“Perché il pianista che avrebbe dovuto imbarcarsi
non si è presentato”
“Il pianista?”, chiese Hadda
“Sì”
“L’avete appena trovato”, affermò
raggiante Hadda
“Ah sì?”
“Eccomi, io sono una pianista”
“Una pianista? Ma sai suonare jazz”
“Altroché”
“Beh, allora, bene, dai, sali a bordo,
così potremo partire”
Hadda
Hadda non aveva mai accettato un no come
risposta.
Era una volpetta molto molto testarda e
sapeva rispondere con fare canzonatorio a chiunque volesse metterla in un
angolo a fare altro, qualunque cosa ciò volesse dire.
Un bel giorno si attardò nei migliori
club jazzistici della metropoli ma si sentiva proprio un po’ insoddisfatta,
aveva voglia di sperimentare qualcosa di nuovo.
Le sembrava che non ci fosse abbastanza
spazio per lei.
Si guardò intorno, proprio lì accanto c’era
la strada per il porto.
Udì distintamente la sirena di una nave
UHUUUU, stava forse invitando i ritardatari a salire a bordo?
Senza sapere neanche bene perché si
avvicinò, dapprima a passi incerti, poi affrettandosi sempre più UHUUUU
seguendo il suono di quella ammaliatrice sirena UHUUUUUU UHUUUUUU.
Correva, quasi, UHUUUUU o saltellava?
Appena vide quell’enorme massa di
ferraglia che galleggiava sull’acqua sorrise con gli occhi vivaci e luminosi.
UHUUUUU
Chissà dove stava andando quella nave?
Lo chiese ad un marinaio che sembrava molto indaffarato.
“In Australia!”, rispose
“E perché ci sta mettendo tanto a
partire?”, chiese Hadda che ormai sentiva crescere in sé un gran desiderio di
imbarcarsi.
“Perché il pianista che avrebbe dovuto imbarcarsi
non si è presentato”
“Il pianista?”, chiese Hadda
“Sì”
“L’avete appena trovato”, affermò
raggiante Hadda
“Ah sì?”
“Eccomi, io sono una pianista”
“Una pianista? Ma sai suonare jazz”
“Altroché”
“Beh, allora, bene, dai, sali a bordo,
così potremo partire”
Molto liberamente
ispirato a Hadda Brooks, nata Hattie L. Hapgood (Los Angeles, 1916 – Los
Angeles, 2002)
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