lunedì 4 maggio 2020

Storielle jazz. Eunice Raven


 Eunice Raven

Non era assolutamente giusto quello che le stava accadendo, non avrebbe mai e poi mai accettato di sopportare ancora le angherie di quel gruppetto di oche dal piumaggio bianchissimo!
Certo lei non aveva piume bianche come le loro ma che c’era di male?
A Eunice Raven piacevano immensamente i riflessi bluastri sul suo piumaggio corvino e non pensava certo che qualcuno potesse aver tanto da ridire eppure le oche continuavano a starnazzare e a motteggiarla.
“Uh guarda che piume nere”
“E che becco”
“E che artigli!”
“Aahahahahahahahah”
Eunice Raven non aveva alcuna intenzione di farsi trattare in quel modo da un gruppo di algide oche ma cosa poteva fare per farle smettere?
Pensa che ti ripensa, cominciò a cantare e a tamburellare su un pianoforte, quale sorpresa quando tutti gli animali, comprese le oche, udirono la sua voce: era unica, calda e molto coinvolgente.
Eunice Raven, che amava farsi chiamare Nina, chissà perché, intonò:

Al mio corvo non importa
Se ho le piume bianche o nere
Al mio corvo non importa
Se ho il becco giallo o nero
Al mio corvo non importa
Se ho le zampe palmate o no
Al mio corvo importa soltanto
Di meeeeeee



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