sabato 16 maggio 2020

Cassiopea e Elena Lucrezia


C’era una volta e c’è ancora una bellissima laguna su cui gli uomini, durante secoli e secoli di storia, hanno costruito splendidi ponti, coloratissime case, imponenti monumenti e meravigliose cattedrali. Un bel giorno una bimba col cappello rosso, dopo aver camminato per calli e campielli, si riposò su una panchina nel quartiere Giudecca. C’era un bel sole e l’aria era fresca, i piedi le dolevano e le gambe erano stanche ma i suoi occhi non erano mai sazi della bellezza della città lagunare e volevano guardare, quasi bere quello che vedeva, le linee, i colori, i suoni. Dopo qualche momento le si avvicinò una gatta. La bambina e la gatta si guardarono, si sorrisero e poi la gatta iniziò a parlare: “Miao”, le disse dapprima cercando di capire se la bimba fosse una di quelle bambine in grado di capire il linguaggio segreto dei felini.
“Ciaao”, rispose la bimba allungando la ‘a’ per far capire alla gatta che avrebbe potuto tranquillamente parlare con lei.
“Come ti chiami bimba?”
“Cassiopea”
“Cassiopea?”
“Sì, i miei genitori sono appassionati di astronomia”
“La scienza che studia stelle e pianeti?”
“Galassie e universi”
“Bello”
“Sì. E tu come ti chiami?
“Elena Lucrezia”
“Che nome particolare”
“Sì è il nome della prima donna laureata d’Europa”
“Oh”
“Adesso riposati un po’ e poi andiamo a fare un giretto, ti mostrerò i punti più belli di Venezia”
“Grazie”


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