martedì 2 aprile 2019

Nevetto e Alciotto


Nevetto e Alciotto

C’era una volta una montagna altissima, sulla sua cima la neve era perenne e anche a valle capitava spesso che gli alberi venissero coperti dalla bianca coltre, soprattutto in inverno.
Un bel giorno di primavera, quando l’estate stava per arrivare e i fiori degli alberi da frutto erano già sbocciati, soffiò un vento gelido, tanto freddo che gli orsi pensarono che fosse ora di andare in letargo.
“Quest’estate è durata proprio poco”, dicevano sbadigliando e molti di loro erano ancora in pigiama e pantofole perché si erano appena svegliati.
Quando il vento si placò, arrivarono delle nubi bianche e grigie, che pensarono bene di fare una sorpresa agli abitanti della montagna nevicando una gran quantità di fiocchi gelati.
I bambini erano tutti contenti: avevano appena raccolto le prime bacche commestibili e quella sarebbe stata un’occasione meravigliosa per mangiare qualche buon gelato senza neanche dover andare in gelateria. Sarebbe bastato trovare uno stecco abbastanza lungo, pulirlo per bene con un coltellino e infilzarci la neve ben compattata e mescolata col succo di frutta, una vera prelibatezza.
Gli agricoltori erano, invece, disperati. “Oh il raccolto e come faremo quest’anno? La neve anche le gemme sta gelando”.
Mentre gli adulti si lamentavano, i più piccoli si industriavano e, nel giro di pochissimo tempo, riuscirono a creare un pupazzo di neve che chiamarono Nevetto e un gelato gigantesco a forma di alce che chiamarono Alciotto.
Le sculture erano così veritiere che le vennero a vedere da tutta la valle, la voce si diffuse e arrivarono persone e curiosi dalle altre valli, dalle montagne e anche dalle città, cosicché gli agricoltori non dovettero più lamentarsi: c’erano talmente tanti turisti da riempire anche il fienile!

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