Nevetto e Alciotto
C’era una volta una montagna altissima,
sulla sua cima la neve era perenne e anche a valle capitava spesso che gli
alberi venissero coperti dalla bianca coltre, soprattutto in inverno.
Un bel giorno di primavera, quando l’estate
stava per arrivare e i fiori degli alberi da frutto erano già sbocciati, soffiò
un vento gelido, tanto freddo che gli orsi pensarono che fosse ora di andare in
letargo.
“Quest’estate è durata proprio poco”, dicevano
sbadigliando e molti di loro erano ancora in pigiama e pantofole perché si
erano appena svegliati.
Quando il vento si placò, arrivarono
delle nubi bianche e grigie, che pensarono bene di fare una sorpresa agli
abitanti della montagna nevicando una gran quantità di fiocchi gelati.
I bambini erano tutti contenti: avevano
appena raccolto le prime bacche commestibili e quella sarebbe stata un’occasione
meravigliosa per mangiare qualche buon gelato senza neanche dover andare in
gelateria. Sarebbe bastato trovare uno stecco abbastanza lungo, pulirlo per
bene con un coltellino e infilzarci la neve ben compattata e mescolata col
succo di frutta, una vera prelibatezza.
Gli agricoltori erano, invece,
disperati. “Oh il raccolto e come faremo quest’anno? La neve anche le gemme sta
gelando”.
Mentre gli adulti si lamentavano, i più
piccoli si industriavano e, nel giro di pochissimo tempo, riuscirono a creare
un pupazzo di neve che chiamarono Nevetto e un gelato gigantesco a forma di
alce che chiamarono Alciotto.
Le sculture erano così veritiere che le vennero
a vedere da tutta la valle, la voce si diffuse e arrivarono persone e curiosi
dalle altre valli, dalle montagne e anche dalle città, cosicché gli agricoltori
non dovettero più lamentarsi: c’erano talmente tanti turisti da riempire anche
il fienile!
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