Dick, Paolopà e Sylvia
C’era una volta e negli abissi oceanici c’è
ancora, un branco di celacantiformi, animali antichissimi che sguazzano nelle
acque terrestri da circa 360 milioni di anni, eh sì, proprio 360.000.000 ovvero
36 daM .
Un giorno un celacanto di nome Dick si avvicinò
così tanto alla superficie dell’acqua da scorgere qualcosa di veramente strano,
un arco di luce, acqua e ben sette colori. Cosa poteva mai essere? Davvero non riusciva
a capirlo. Tornò negli abissi e raccontò al saggio Meddy, che aveva talmente
tanti anni da non riuscire più nemmeno a spegnere le candeline sulla torta,
quello che aveva visto.
“È strabiliante”, disse Meddy “ma –
aggiunse - potrebbe anche portare un grande scompiglio nella nostra comunità. Bisognerà
agire con prudenza.”
“E cosa debbo fare?”, domandò costernato
Dick
“Appena puoi, torna lì dove il mare abbraccia
il cielo – gli disse la saggia Olla che aveva talmente tanti anni da non riuscire
più neanche a posizionare tutte le candeline sulla torta - e cerca di capire meglio
cosa accade”
“Va bene”, rispose Ted
“Mi raccomando segretezza e riserbo”,
aggiunse Meddy congedandolo.
Quella notte Ted non dormì e si accorse
che un suo amico a cui piaceva tanto tenere banco nelle conversazioni, di nome
Paolopà, uscendo dalla sua tana aveva indossato una bellissima corona di spugne
multicolori.
“Paolo Paolopà” gli sussurrò Ted.
“Che c’è?”, chiese Paolopà spaventato e
un po’ intimorito
“Facciamo una pazzia?”, gli chiese Ted
“Una pazzia?”, domandò incuriosito
Paolopà con tutta la sua corona di alghe luminescenti
“Sì, ho visto un arco tutto colorato
dove il mare bacia il cielo e voglio andare ma devo mantenere il riserbo più
assoluto: è una missione segretissima”
Paolopà ridacchiò, prese una pinna di
Ted e insieme nuotarono fino alla superficie dell’acqua.
Una sinfonia di arcobaleni multipli li accolse
in un concerto di suoni, armonie e melodie che soltanto loro riuscivano a
comprendere.
Paolopà baciò Dick sul muso.
Dick si sentì confuso ma in quel momento
ebbe una gran voglia di uscire fuori dall’acqua, fuori dagli abissi e fuori da
quel mondo antico, fatto di segretezze, proibizioni e misteri.
Guardò Paolopà e insieme nuotarono verso
un luogo che si chiamava Stonewall Inn dove li accolse una splendida medusa fosforescente
di nome Sylvia.
“Paolopà ora dobbiamo andare”, disse ad
un certo punto Dick sempre più confuso e contento.
“Sei sicuro Dick?”, chiese Paolopà
“Non stai bene qui?”, domandò con voce
calda e Sylvia
“Sì, penso che sia il momento di portare
un po’ di arcobaleno anche nei più remoti abissi oceanici”
“Ma come pensi di fare?”, chiesero in
coro Paolopà, Sylvia e la ciurma lì presente
“Bisognerebbe raccoglierlo in un
bicchiere con tante bolle colorate”, propose Dick
“Vi accompagno”, propose Sylvia
E fu così che Paolopà, Sylvia e Dick
portarono negli abissi un bicchiere con tante bolle arcobaleno.
All’inizio tutti quanti, tranne alcuni
pesci un po’ particolari, con grandi chiome e pinne che sembravano penne
bianche, li osteggiarono e li maltrattarono ma poi tutti quanti capirono che non
c’è da aver paura dell’arcobaleno.
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