I leoni pignoloni
C’era una volta e c‘è ancora un palazzo in
una grande città antica e moderna, un po’ sorniona e molto bella, adagiata su
sette colli, serpeggiante intorno al biondo Tevere - eh sì, proprio Roma, la
Città Eterna.
Sui cornicioni di questo palazzo abitano
dei leoni molto… pignoli ma talmente pignoli da tener sempre una pigna tra le
loro fauci.
Quando un abitante di quel palazzo sbaglia
a rifare il letto, un leone pignolone emette un impercettibile ruggito grrr che
soltanto gli inquilini più esperti sanno ben interpretare.
Se un altro abitante abbina male piatti
e tovaglia, un altro leone pignolone si esprime in veri e propri grugniti di
disapprovazione groan.
Per non parlare poi dei lampadari: guai
a lasciar depositare sui loro bracci anche soltanto un granello di polvere!
Ciò potrebbe comportare una vera e propria
sollevazione felina.
Se qualcuno sbaglia un congiuntivo o un
condizionale e dice, ad esempio “io vorrebbe” anziché “io vorrei”, i leoni pignoloni
si mettono a gridare in coro “Siamo leoni pignoloni siamo leoni pignoloni siamo
leoni pignoloooooniii GRRR GRRR GRRR”.
Per fortuna c’è un simpatico portiere in
quel palazzo che conosce molto bene il linguaggio dei leoni pignoloni e ogni
qual volta li sente brontolare si premura di andare a controllare.
“Signora del quinto piano, temo che
abbia lasciato in disordine la sua camera da pranzo”.
Oppure “Cavaliere del terzo piano, mi rammarica
comunicarle che gli asciugamani non sono perfettamente piegati”.
O ancora: “Mi duole avvertirla, gentile
cuoca dell’attico con superattico, che l’aglio del soffritto è dorato anziché appena
ambrato”.
O anche “Sono costernato di doverle dire,
cara studentessa del quarto piano, che avrebbe dovuto eseguire un Sol diesis e
non un Sol”.
Gli inquilini e le inquiline si sentono
molto coccolati e sanno che ogni azione che compiono deve essere ben eseguita,
per cui ringraziano il portiere, gli offrono leccornie e qualche soldino e vivono
in piacevole armonia.
Un giorno, però, arrivò nel palazzo una
gattina birichina che sapeva parlare perfettamente il linguaggio dei leoni,
essendo anch’ella una felina, e si divertì moltissimo a giocare con una pigna e
a mandare in tilt tutto il sistema di pignoleria. Da quel momento in poi i
leoni si rilassarono e, quando qualcuno sbagliava, si facevano una bella risatina
ripensando a quella gattina birichina.
E il portiere?
Ridacchiando e brontolando, continuò
sempre a bussare alle porte degli inquilini ma si scoprì ben presto che altri
non era se non un leone pignolone travestito da essere umano.
Nessun commento:
Posta un commento