venerdì 4 giugno 2021

Racconti di città. I leoni pignoloni.

 

I leoni pignoloni

 

C’era una volta e c‘è ancora un palazzo in una grande città antica e moderna, un po’ sorniona e molto bella, adagiata su sette colli, serpeggiante intorno al biondo Tevere - eh sì, proprio Roma, la Città Eterna.

Sui cornicioni di questo palazzo abitano dei leoni molto… pignoli ma talmente pignoli da tener sempre una pigna tra le loro fauci.

Quando un abitante di quel palazzo sbaglia a rifare il letto, un leone pignolone emette un impercettibile ruggito grrr che soltanto gli inquilini più esperti sanno ben interpretare.

Se un altro abitante abbina male piatti e tovaglia, un altro leone pignolone si esprime in veri e propri grugniti di disapprovazione groan.

Per non parlare poi dei lampadari: guai a lasciar depositare sui loro bracci anche soltanto un granello di polvere!

Ciò potrebbe comportare una vera e propria sollevazione felina.

Se qualcuno sbaglia un congiuntivo o un condizionale e dice, ad esempio “io vorrebbe” anziché “io vorrei”, i leoni pignoloni si mettono a gridare in coro “Siamo leoni pignoloni siamo leoni pignoloni siamo leoni pignoloooooniii GRRR GRRR GRRR”.

Per fortuna c’è un simpatico portiere in quel palazzo che conosce molto bene il linguaggio dei leoni pignoloni e ogni qual volta li sente brontolare si premura di andare a controllare.

“Signora del quinto piano, temo che abbia lasciato in disordine la sua camera da pranzo”.

Oppure “Cavaliere del terzo piano, mi rammarica comunicarle che gli asciugamani non sono perfettamente piegati”.

O ancora: “Mi duole avvertirla, gentile cuoca dell’attico con superattico, che l’aglio del soffritto è dorato anziché appena ambrato”.

O anche “Sono costernato di doverle dire, cara studentessa del quarto piano, che avrebbe dovuto eseguire un Sol diesis e non un Sol”.

Gli inquilini e le inquiline si sentono molto coccolati e sanno che ogni azione che compiono deve essere ben eseguita, per cui ringraziano il portiere, gli offrono leccornie e qualche soldino e vivono in piacevole armonia.

Un giorno, però, arrivò nel palazzo una gattina birichina che sapeva parlare perfettamente il linguaggio dei leoni, essendo anch’ella una felina, e si divertì moltissimo a giocare con una pigna e a mandare in tilt tutto il sistema di pignoleria. Da quel momento in poi i leoni si rilassarono e, quando qualcuno sbagliava, si facevano una bella risatina ripensando a quella gattina birichina.

E il portiere?

Ridacchiando e brontolando, continuò sempre a bussare alle porte degli inquilini ma si scoprì ben presto che altri non era se non un leone pignolone travestito da essere umano.

 

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