Lippo il Griffone
C’era una volta e c’è ancora un paesino
molto carino in cui abitavano persone, animali, funghi e piante da ogni dove,
in cui si intrecciavano suoni e colori, profumi, puzze e sapori.
In questo paesino molto carino arrivò un
giorno un griffone, un cagnolone con il pelo ispido e lo sguardo acuto.
Non aveva idea di come si chiamasse
perché si era sperduto in un bosco incantato da piccolo, non un bosco come
tutti gli altri, beninteso, e neanche una foresta come quella di Robin Hood, né
tantomeno una macchia verde su una carta geografica o su Google Maps.
Disegnare su una mappa un bosco
incantato sarebbe poco opportuno e anche abbastanza scomodo in quanto, come
ognun sa, i boschi incantati non rimangono fermi come le altre foreste ma si
spostano, si ampliano e si restringono, talvolta fino a diventare talmente
piccoli da poter stare comodamente sul palmo della mano di un bebè oppure così
grandi da gareggiare con l’universo. Entrare in un bosco incantato non è cosa
facile ma uscirne può risultare davvero complicato, raramente vi si passa senza
accorgersi di niente. Il giovane griffone lo aveva attraversato e vi era
rimasto intrappolato per un tempo indefinibile perché ovviamente anche il
tempo, oltre lo spazio, si dilata e si comprime nei boschi incantati, quindi aveva
dimenticato il suo nome.
Quando giunse nel paesino molto carino
in cui abitavano persone, animali, funghi e piante da ogni dove, in cui si
intrecciavano suoni e colori, profumi, puzze e sapori alla domanda “Come ti
chiami?”, non seppe rispondere.
Gli abitanti del paesino molto carino in
cui abitavano persone, animali, funghi e piante da ogni dove, in cui si intrecciavano
suoni e colori, profumi, puzze e sapori sono molto gentili e premurosi e così
gli posero la domanda in inglese: “What’s your name?”.
Niente, il griffone non rispondeva.
Poi in francese: “Comment tu t’appelles?”.
Niente, il griffone non rispondeva.
Tentarono con lo spagnolo: “Hola ¿Cómo
te llamas?”.
Niente, il griffone non rispondeva.
Ad un certo punto Rico il pulcinella di
mare ebbe un’intuizione e domandò: “Sai come ti chiami?”
“No”, rispose sconsolato il griffone.
A quel punto, nel paesino molto carino
in cui abitavano persone, animali, funghi e piante da ogni dove, in cui si
intrecciavano suoni e colori, profumi, puzze e sapori, tutti quanti si interrogarono
sul nome che avrebbero potuto dare al griffone.
Nessuno aveva idee in merito fino a che un
bimbo coi capelli corti di nome Diego, innamorato di una bimba boccolosa di
nome Giulia al punto da regalarle un bel taralluccio, gridò: “Lippo! Lippo dove
sei stato tutto questo tempo? Ti abbiamo cercato ovunque! Che bello ritrovarti”,
lo abbracciò e lo riportò a casa dove la sua famiglia umana lo aspettava a
braccia aperte.
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