venerdì 6 luglio 2018

Giuliette e i tre giganti


Giuliette e i tre giganti

Giuliette stava comodamente sdraiata su un’amaca in una calda giornata d’estate. Le cicale frinivano, l’aria era dolce e calda e l’ombra di un enorme ficus la riparava dai raggi solari. Il profumo della lavanda e il cinguettio degli uccellini la cullavano dolcemente ed era proprio sul punto di addormentarsi quando udì parole piuttosto scortesi. Lì per lì pensò di essersi sbagliata e continuò a dondolarsi facendo finta di niente, raccolse dal prato il libro che le era scivolato dalle mani rilassate dal sonno e sussultò non poco nel vedere tre giganti emergere dalle pagine stampate.

“Acciderboli chi siete e cosa ci fate qui?”, chiese Giuliette
“Noi siamo i tre giganti, Giangiotto, Giangello e Giangino siamo terribili e vogliamo farti i dispetti”, rispose Giangiotto
“A me?”, domandò incredula
“Sì, siamo giganti e tu sei piccola!”, rispose Giangello aggiungendo un paio di parole sgarbate
“Siete proprio grandi in effetti e mi viene un’idea”, constatò Giuliette
“Non metterti strane idee in testa noi vogliamo fare dispetti”, la minacciò Giangino
“Oh, capisco, peccato però, era proprio un’idea dispettosa”, asserì Giuliette
“Dispettosa quanto?”, si informò Giangiotto, che era il più anziano
“Piuttosto” replicò Giuliette
“Parla!” la esortò Giangello
“Se voi saliste l’uno sopra alle spalle dell’altro diventereste un gigante gigantesco ma sareste poco agili e potreste osservare ben poco. Io potrei salire sulle spalle dell’ultimo in alto e guardare oltre le montagne, così vi potrei dire che tempo fa” propose Giuliette
“Sia!” accordò Giangino

E fu così che Giuliette riuscì a diventare indispensabile per i giganti e, dopo vari giorni, comprese che loro erano dispettosi con tutti perché si sentivano stupidi e goffi. Li rassicurò e in poco tempo capirono che gli altri non li evitavano per via della loro grandezza e che se avessero imparato ad essere gentili con gli altri anche gli altri sarebbero stati gentili con loro. Fu così che Giuliette riuscì a rendere felici i giganti, che si divertivano molto di più a guardare le stelle e scoprire cosa ci fosse oltre il loro naso, e la popolazione del villaggio, del bosco e delle montagne.  



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