La
democrazia, va bene? Sergio Augusto Stanzani Ghedini.
Gli occhi di Sergio Augusto Stanzani
Ghedini sono illuminati da una felicità salgariana, lampi di ironica bellezza
che diffondono luminescenze di speranza caparbia, gioia di vivere e fare l’impossibile
per garantire, a sé e agli altri, la possibilità di continuare a godere di
tutto ciò che è giusto, di tutto ciò che è nelle proprie personali
inclinazioni.
Se fosse nato in Canada avrebbe molto
piacevolmente dialogato con Pierre Trudeau, il Primo Ministro che affermò che
lo Stato non entra nella camera da letto della Nazione, un rivoluzionario liberale
in giacca e cravatta. D’altronde lui, a parte i jeans, ha sempre cercato di
vestire in modo decoroso, rispettoso delle istituzioni democratiche che ha
sempre amato fino a pretendere con tutte le sue forze che esse funzionassero e
svolgessero le funzioni per le quali sono state create. Che pensiero
rivoluzionario, a pensarci, va bene?, anche soltanto un attimo.
In un periodo storico in cui le
istituzioni venivano svuotate di senso e riempite di corruzione Sergino
chiedeva che esse svolgessero le proprie funzioni, durante il regime fascista e
poi durante quello ‘sfascista’. Dopo il ’46 sommessamente alzava il dito indice
per domandare che i rappresentanti del popolo venissero eletti
democraticamente, com’è scritto sulla Costituzione della Repubblica Italiana, da
un Popolo sovrano libero di scegliere in piena coscienza e conoscenza.
La democrazia non è qualcosa che si
impara sui libri, soprattutto se sui testi di scuola c’è scritto che la guerra
è bella, che esiste soltanto un uomo in grado di guidare la Patria e quest’uomo
ha la faccia di bronzo col mascellone sporgente, la voce stridula di persona
che della vita ha capito poco e niente. Sandokan, lui sì che sa cos’è la
libertà, la voglia di lottare contro le ingiustizie e la forza di rischiare, di
vivere e lanciarsi in nuove avventure coi suoi tigrotti di Mompracem, ma non si
può dire, è rischioso. Qualunque cosa fosse interessante e divertente era
pericolosa perché vietata durante la sua infanzia e la sua giovinezza. Anche
pensare, riunirsi, parlare per la strada, criticare uscire di casa dopo il
coprifuoco era pericoloso perché vietato. Quindi anche immaginare era vietato
ma a lui non interessava punto che lo fosse e aveva imparato a tenere dentro la
libertà, a viverla in un modo tale da non renderla visibile se non quando era
il momento giusto. Durante il periodo più nero della storia italiana aveva
appreso il difficile piacere dell’essere libero senza darlo a vedere, appena
aveva raggiunto l’età giusta aveva anche compreso che combattere contro le
tirannie è una condizione di necessità, non è qualcosa che si può evitare di
fare. Durante la Resistenza aveva capito che le dittature sono difficili da
sconfiggere anche nelle menti di chi rischia la vita per abbatterle. I regimi
sono una tentazione costante per moltissime persone, una soluzione che pare
essere lì, a portata di mano, pronta per l’uso tutte le volte che occorre
reprimere qualcosa che ha spesso a che fare con la bellezza, il piacere, la
vita.
Le ortodossie gli hanno sempre provocato
allergie e pruriti. Prevedono una sospensione del pensiero individuale a favore
di un pensiero unico alienante e non controvertibile. Per questo non si era
unito a quelli del Soccorso Rosso, non si era avvicinato ai Comunisti, forse
Stalin non era uguale a o peggiore di Hitler e Mussolini? Era identico e
infatti si era dato parecchio da fare per instaurare Franco in Spagna. Un
libero pensatore non accetta dogmi, se così fosse non sarebbe libero o non
sarebbe un pensatore, o tutte e due. Ad ogni buon conto, a lui non erano mai
piaciuti. Cambiava il colore della camicia, da nera a rossa, ma non ritrovava
in loro quello che stava cercando. Giudicavano qualunque cosa, offendevano chi
si comportava o agiva in modo eccentrico e beh, agire in modo originale è
davvero divertente. Senza ridere, senza gioia, non c’è libertà. È un concetto
ovvio, semplice, va bene?, contrasta con l’amore per il martirio della Chiesa
Romana e con quello della rinunzia a sé per il bene della Patria. La libertà è partecipazione
della gioia di vivere insieme alle persone che costituiscono quella meravigliosa
comunità rappresentata dalle persone e garantita dalle istituzioni
democratiche. Non c’è sofferenza nella democrazia, se non quella per
l’ottenimento e il mantenimento della stessa, perché il governo della polis da
parte del popolo e di chi lo rappresenta distillandone le istanze è creazione
delle condizioni per la felicità individuale e collettiva.
Il corpo, di tutta evidenza, non è
dissociato dal piacere, che non è peccato bensì espressione di libertà
individuale e collettiva. La Natura è perfetta e se esiste il sentimento del
piacere e il senso del bello vuol dire che c’è un motivo, per cui contro-natura
è tutto ciò che nega la bellezza dell’espressione libera del piacere,
intellettuale, fisico, di partecipazione. Tra queste c’è la morale
catto-comunista, la negazione dei diritti fondamentali delle donne e degli
uomini, la distruzione sistematica dell’ambiente. Se i diritti fondamentali di
uomini e donne venissero rispettati e fosse possibile vivere senza oppressioni
mentali, sociali e politiche non si porrebbe il problema della mancanza di
rispetto, quale ad esempio l’oppressione fattuale delle donne o la pornografia,
e si potrebbe cominciare a costruire serenamente la pace. Migliorando in
continuazione, immaginando nuove frontiere della libertà, ascoltando le
esigenze reali e non indotte o fasulle del Popolo e decidendo di conseguenza.
Ovviamente la democrazia e il rispetto
per la natura non esistono nel vuoto e c’è sempre qualcosa per cui valga la
pena indossare una bella giubba di un rosso garibaldino e agire, magari con un
manipolo di eccentrici, per ottenere ciò che tutti gli altri pensano sia
impossibile.
La fame, l’inquinamento, la legalità
sono semplici parole che richiedono una visione, un’azione transnazionale, che
superi non soltanto i confini ormai soltanto linguistici all’interno
dell’Europa ma anche gli oceani e i mari, per spingersi fin oltre Mompracem e
creare un mondo dove vivere gioiosamente abbia davvero il sapore indescrivibile
della libertà.
Va bene?
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