martedì 31 maggio 2011

Elettorato

Le elezioni amministrative non sono più quelle di don Camillo e Peppone due partiti o due ideologie contrapposte e uno spirito rivoluzionario da dopoguerra, l'Italia da ricostruire e una democrazia tutta da creare, tra modernità e tradizione, il socialismo idealizzato dei pionieri e l'acqua santa. Camminando per paesi e comuni italiani si ha la sensazione di poter comprendere i cambiamenti di quest'Italia. Cartelloni elettorali campeggiano nelle stradine di borghi medievali, rinascimentali, risorgimentali e preromani preservati da una caparbia mentalità tradizionalista o da una capacità di innovare comprendendo la fondamentale unione che caratterizza il Bel Paese, quello tra paesaggi incontaminati e costruzioni meravigliosamente monumentali spesso nella loro non monumentalità, nella povertà di abitazioni create con le pietre e decorate con la creatività sorte accanto a sfarzosi edifici di culto e nobiliari che all'interno hanno veri e propri capolavori dell'arte mondiale o talmente armoniosi nella loro semplice eleganza da essere riconosciuti quali siti Unesco. Presentano donne, politici locali di lungo corso o volti nuovi che sperano in una carriera e garanzia di futuro. I giovani delle famiglie tradizionalmente più note a livello locale non vanno a bottega ad imparare il mestiere ma sono spinti verso la carriera politica, ed è lampante che si parla di una brillante carriera, e per ottenere qualche risultato ecco facce multicolori e gruppi su web e SNTs. Poche idee e capacità di muoversi in qualunque situazione. Ma se le ideologie sono dannose, le idee no. Almeno non le idee di libertà che dovrebbero essere al centro di discorsi politici sempre più 'pensa globalmente, agisci localmente' e 'pensa localmente, agisci globalmente', improntati al rispetto della natura e dell'ambiente, a socialità reinventate grazie anche alle nuove tecnologie, a Schengen, ai viaggi di piacere in luoghi che la maggior parte dei nonni di quei volti stampati sui cartelloni non conosceva.
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