mercoledì 26 agosto 2020

Annibale e l'elefantino

Annibale e l'elefantino

C'era una volta, tanto tempo fa, a Cartagine, vicino all'odierna Tunisi, un elefantino con un caratterino peperino. Aveva sempre voglia di fare di testa sua ed era piuttosto attaccabrighe. Se la prendeva con le giraffe perché avevano il collo più lungo della sua proboscide, si arrabbiava con gli ippopotami perché avevano le zanne sul naso anziché agli angoli della bocca, si infuriava con le zebre perché avevano il manto a strisce bianche e nere e così via. Aveva, però, anche qualche lato positivo: era forte, impavido, cioè non aveva (quasi) mai paura, ed era molto abile nelle arti marziali, cioè della guerra. Un bel giorno gli abitanti di Cartagine decisero che la città non era più sicura, incaricarono l'invincibile Annibale di guidare l'esercito per combattere il grande nemico di Cartagine, la potente ma ancora giovane Roma. Annibale non ebbe dubbi e scelse di portare con sé l'elefantino, ormai grande e grosso. La delegazione partì, attraversò il mare, i Pirenei, le Alpi, gli Appennini, guadò fiumi e attraversò paludi, sconfisse i romani a Tuoro sul Trasimeno e proseguì ma Annibale e l'elefantino rimasero sempre insieme e divennero inseparabili.

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