Stoncompontoncolo
Stoncompontoncolo, un elfo del cactus
anche chiamato micrathene whitneyi, aveva una gran voglia di dormire e si era
appoggiato sul pomolo di un letto di ottone quando arrivò un gallo cedrone che
disse:
“Che ci fai qui?”
“Sto riposando”
“Su un pomolo d’ottone?” chiese
incredulo il gallo cedrone che pure era abituato ad appisolarsi nei luoghi più
insoliti, ad esempio sul tetto del pollaio.
“Sì, sono molto stonco”, rispose Stoncompontoncolo
“Cosa cosa?” chiese un orso che passava
di là e aveva voglia di grattarsi la schiena su un tronco d’albero.
“Sono stonco!”, rispose Stoncompontoncolo
senza scomporsi ma aggiungendo “E adesso per favore, potresti spostarti? Mi
stai schiacciando”
“Ah, pensavo fossi un tronco”, disse deluso
l’orso che si stava grattando la schiena sul pomolo del letto su cui era appollaiato
Stoncompontoncolo, schiacciandolo con la sua mole.
“No, ho detto che sono stonco!”
“Cosa cosa?”, chiese un arciere sannita
che passava di là. “Sei stenco?”
“Stenco? No, no”, disse Stoncompontoncolo
agitando le ali davanti a sé
“Ah peccato, avrei voluto metterti nella
mia faretra e scoccarti come una freccia verso l’orizzonte”
“Ti ringrazio per il pensiero poetico ma…”
“Beh se non sei uno stenco ti saluto,
vado a cercare un altro dardo, peccato però avrei proprio potuto metterti nella
mia faretra insieme alle altre frecce. Sicuro di non essere uno stenco?”
“Sicurissimo, grazie, sono solo stonco!”
“Cosa cosa?" ringhiò un lupo
affamato che passava di là, “uno stinco, gustoso e croccante”. Fece per
avvicinarsi ma Stoncompontoncolo agitò le ali davanti a sé e gli diede un pizzico
col suo potente becco. “Io non sono uno stinco!”
“Ah no?”
“No!”
“Peccato, avrei potuto condirti con un po’
di sale e pepe, una fogliolina di alloro e un filo d’olio”
“Eh, caro lupo famelico, mi spiace
deluderla ma io non sono uno stinco, sono soltanto stonco!”
“Cosa cosa?” disse un imbianchino
che passava di là. “Uno stunco, proprio quello che mi serviva. Stavo dando un’intonacata
e un po’ di stucco, ehm, stunco è proprio quello che ci vuole!”
“No no no no no no” disse Stoncompostoncolo
agitando le ali davanti a sé proprio mentre l’imbianchino stava per prenderlo e
stenderlo sul muro con la sua spatola “Non sono uno stunco”
“Ah no? Che peccato, avrei potuto
stenderti con la mia spatola”
“Eh, mi spiace deluderla ma non sono uno
stunco, sono stonco”
“Cosa cosa?" disse una bimba
passando di là. “Sei stanco? Eh certo è giorno e tu sei un rapace notturno. Vieni
qui che ti porto un cuscino”
“Oh finalmente, sì, lo dicevo da ore che
sono stonco!”
A quell’affermazione, guardando poi la
faccia di Stoncompostoncolo, tutti si misero a ridere, il gallo cedrone che avrebbe
voluto scacciarlo, l’orso che avrebbe voluto schiacciarlo, l’arciere sannita
che l’avrebbe voluto scoccare, l’orso famelico che l’avrebbe volentieri
mangiato, l’imbianchino distratto che l’avrebbe stuccato sul muro con la sua
spatola e la bimba gentile che gli aveva portato un cuscino su cui dormire.
“Adesso abbiamo capito, sei stanco, sogni d’arcobaleno
Stoncompostoncolo!”, disse la bimba sistemandolo sul guanciale per metterlo a dormire.
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