Micetta Fiocchetta stava suonando il
flauto traverso sul tetto ricoperto di coppi in terracotta quando sorse la luna
che le fece l’occhiolino.
Micetta Fiocchetta rise e le sue risate
richiamarono l’attenzione di Cavalluccia Lavanderina che si mise a pizzicare le
corde del suo mandolino, pizzica pizzica, le due si guardarono e si sorrisero.
La luna, a quel punto, iniziò a cantare,
un canto soave, che soltanto loro potevano udire.
O almeno così pensavano, ma non avevano
preso in considerazione Leone il pianista birbone, che da sotto al balcone
mosse velocemente le dita sui tasti bianchi e neri di un pianoforte che, pensa
un po’, si trovava proprio là e non voleva far altro che suonare più spesso.
In un battibaleno ecco arrivare senza
neanche starci su a pensare, un gruppetto di danzatori e di ascoltatori che
aprirono le finestre e cominciarono ad applaudire felicemente.
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