martedì 2 giugno 2020

Merridì


C’era una volta e c’è ancora Merridì, un paese un po’ particolare dove le persone non stanno mai a guardare.
Non è che non siano curiose, è che hanno altro da fare, sempre.
In quel paese non ci sono telefoni perché gli abitanti hanno sempre talmente tanto da fare da non poter mica stare a perder tempo a parlare al telefono.
A Merridì non ci sono edicole perché non c’è proprio il modo di star lì a leggere il giornale.
In quell’abitato non c’è la televisione perché chi ha tempo di starla a guardare?
A ben cercare neanche un videogioco potrai trovare perché, già, chi si può mettere davanti ad un computer a giocare?
C’è un grande parco, orti e giardini che danno davvero un bel daffare.
Ci sono telai, tele, tomboli e pennelli con cui tessere e disegnare.
Ci sono palle e palloni da scalciare, campane disegnate su cui saltellare, corde con cui saltare, altalene su cui dondolare, scivoli da cui scivolare.
A Merridì ci sono grandi spianatoie, mulini, frantoi, forni perché c’è sempre qualcuno ad impastare ed infornare.
In quel paese ci sono strumenti da suonare e utensili da adoperare, penne per scrivere e animali da coccolare.
A Merridì c’è un lettino per massaggiare, una sauna, vasche idromassaggio, una grande piscina se ti vuoi rilassare.
Ci sono archi da tendere e spade da affilare, vestiti da cucire e indossare, maglioni da creare, storie da inventare.
Ci sono letti e amache di tutte le misure se un pisolino vuoi schiacciare o una bella dormita vuoi fare.
A Merridì c’è un bel focolare intorno al quale riunirsi e parlare, cantare, suonare per ore ed ore.

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