venerdì 10 aprile 2020

Storielle jazz. Il blues di Tortuga Jaune



Tortuga Jaune aveva una gran voglia di gridare. Tutto le si era rivoltato contro, non c’era una cosa che stesse al suo posto. Aveva anche rotto il manico della sua tazza preferita. Non c’era nemmeno una foglia di lattuga nel frigo. E una lepre l’aveva appena sfidata ad una corsa. Lei aveva accettato ma sapeva che non avrebbe mai vinto. Perché aveva detto di sì? Perché non poteva certo rinunciare ad una sfida così assurda? No, perché era sempre stata testarda. Per fortuna la lepre s’era addormentata e lei non aveva fatto la figura, o la fine, della frittata. Anzi. Ma questa è un’altra storia. Tortuga Jaune era proprio disperata. Cos’altro avrebbe potuto capitarle in quella giornata? Uscì, camminando a passo lento, verso il centro. Che cercava? Non lo sapeva di certo. Ma si imbatté in un palo della luce accanto ad una pozzanghera e rischiò di finirci dentro. Era piena di fango e il suo umore era davvero nero… anzi blue. All’improvviso sentì il suono di una chitarra, languido, lungo, e pensò: “forse è lì che andrò” e cantò:

Ohh ho una gran voglia di gridare
Non c’è una cosa che vada bene
Il manico della mia tazza si è rotto
Stamattina
Non c’era neanche una foglia
Di lattuga, nel frigo
Una lepre mi ha sfidata
E io sono proprio disperata
Cammino a passo lento
Verso il centro quando
Vedo una pozzanghera
E rischio di finirci dentro
Sono tutta infangata
Stanca e affamata
Sono proprio affaticata
E ho una gran voglia di
Cantare un blues
Ohhhh

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