Ludovico e Giada
C’era una volta e c’è ancora una grande
pianura acquitrinosa dove aironi e cicogne, nitticore e rane, tarabusini e falchi
di palude, mignattini alibianche e pittime reali, soltanto per citarne alcuni,
vivono o si riposano cercando di contribuire alla stabilità del naturale
ecosistema delle zone umide, molto importanti per la vita sulla Terra.
In questo luogo nebbioso e vivace le
popolazioni locali coltivano con soddisfazione ottimo riso cantando le canzoni
delle mondine.
Un bel giorno, in una risaia, Ludovico e
Giada si guardarono tra i cappelli e le retine a protezione degli occhi e si
sorrisero. Sembrò loro che la bruma del mattino si fosse improvvisamente
dissipata per lasciar posto ad un limpido cielo scaldato dai raggi della nostra
stella, il sole, e ad una miriade di arcobaleni.
Con un po’ di esitazione che non
ricordavano di aver mai provato si avvicinarono e cominciarono a raccontarsi
storie divertenti e ad osservare il volo degli abitanti dell’acquitrino. I loro
volti si rabbuiarono un poco quando si accorsero che non riuscivano più a scorgere
alcuni uccelli che avevano caratterizzato la loro infanzia: forse c’era
qualcosa che non andava nella coltivazione intensiva del riso?
Giada e Ludovico, forti della loro
esperienza e degli studi intrapresi con successo, decisero che avrebbero dovuto
far qualcosa. Trascorsero ore sui libri e nei laboratori, a leggere articoli ed
informarsi, parteciparono a conferenze e convegni e dunque giunsero alla
conclusione che avrebbero dovuto ricreare delle oasi umide nei loro territori e
che avrebbero utilizzato papere al posto di pesticidi per tenere lontani i
parassiti dalle risaie.
Attesero con impazienza l’arrivo delle
specie migratorie e il raccolto dell’anno successivo e quale gioia fu per loro
veder nidificare di nuovo gli uccelli che ricordavano sin da bambini! I due,
forti dei risultati ottenuti, convinsero i loro vicini di risaia e i loro amici
a fare lo stesso e, in poco tempo, l’aria nella pianura divenne molto più
salubre e gli abitanti più felici.
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