domenica 6 ottobre 2019

La famiglia Picchioletta


La famiglia Picchioletta

C’era una volta e c’è ancora un bosco meraviglioso, circondato e protetto da alte montagne e attraversato da fiumi cristallini, vivaci ruscelli, impetuose cascatelle e placidi laghetti movimentati da vorticosi mulinelli. In questo luogo incantato viveva una famiglia di picchi rossi maggiori, anche noti col nome di Dendrocopos major, uccelli neri, bianchi, rossi e grigi con l’abitudine di scavare buchi nei tronchi di alberi malati e farvi il nido all’interno. Il ticchettio del suo becco sul tronco è molto ritmico e ha differenti variazioni, si dice che quando il picchio tambureggia ha trovato il tronco per edificare il nido ma il suo possente becco non è utile soltanto a costruire la culla per i cucciolotti: serve infatti anche a rompere noci, nocciole e altre squisitezze del bosco.
La famiglia Picchioletta, o almeno così si facevano chiamare dagli altri abitanti del bosco, era un po’ particolare. Ognuno di loro aveva un carattere tutto suo e non c’era niente che potesse sembrare, anche soltanto all’apparenza, usuale. Erano una gran preoccupazione per tutti quanti ma anche un bel diletto: non si adeguavano a fare come fanno tutti quanti gli altri, volevano sempre far qualcosa di nuovo o di diverso. Talvolta questo loro comportamento era molto divertente, come quella volta che si misero a rappresentare un intero dramma musicale per gli abitanti del bosco, ma altre era noioso, ad esempio quando cercavano di dimostrare teoremi scientifici lanciando ghiande giù dal nido e guai a passare lì nei pressi in quei momenti! si rischiava di beccare una bella ghiandata in testa come niente e non sentire neanche uno ‘scusa’ o ‘mi dispiace’.
Un bel giorno la famiglia Picchiotta invitò gli abitanti del bosco in un luogo segreto non lontano da un ruscello e da una cascatella per provare a cantare e suonare tutti insieme. Non tutti ebbero voglia di partecipare ma quasi tutti furono incuriositi da quell’iniziativa e qual meraviglia quando arrivarono: c’erano tanti strumenti creati da loro disposti a cerchi concentrici e, da un lato di un cerchio, vi era una bellissima violinista, un sassofonista e un flautista…. Gli abitanti del bosco furono felicissimi e suonarono senza neanche accorgersi del tempo che trascorreva. Nei boschi vicini si sparse presto la voce di quel concerto e, un po’ per volta, giunsero nella radura da ogni dove per partecipare a quella festa musicale.
Si divertirono tutti quanti così tanto che decisero di ripetere quell’iniziativa due volte l’anno, in estate e in inverno.

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