sabato 26 agosto 2017

Quarantuno settimane e mezzo * Da uno a dieci (bozza)

Quarantuno settimane e mezzo

1. Dal 22 al 29 ottobre 2016
In base ai calcoli effettuati con modernissime tecnologie sei stata concepita il 22 ottobre 2016, sono state giornate meravigliose e di grande amore. Io e tuo padre Claudio, dopo un periodo di tristezza dovuto ad una gravidanza non andata nel modo in cui avremmo voluto, avevamo intrapreso un folle viaggio estivo alla scoperta di Spagna, Portogallo, Francia, Austria, Germania e Nord Italia per un totale di oltre ottomila chilometri in poco più di due settimane, era il nostro modo di ritrovare l’equilibrio e la felicità che ha sempre contraddistinto il nostro rapporto. È stato il viaggio in cui abbiamo scoperto l’oceano, come a dire la forza della natura, e abbiamo rincontrato Cernunnos. In questi primi giorni l’ovulo fecondato con i tuoi dati genetici è migrato dalle tube di Falloppio verso l’utero, annidandosi e cominciando lo sviluppo da morula a embrione, ma né io né tuo padre ce ne siamo accorti.  

2. Dal 29 ottobre al 5 novembre 2016
A metà settimana, il 26 ottobre, forti scosse di terremoto hanno smosso la terra, le pareti si agitavano come fossimo su una nave in tempesta, io e tuo padre ci siamo abbracciati mettendoci al riparo, abbiamo chiamato Nonni Enza e Giancarlo che stavano bene, un po’ spaventati e siamo poi corsi da Nonna Lucilla e Nonno Pietro per avvertire il gruppo di yoga, attimi di concitazione sono trascorsi velocemente. Per precauzione abbiamo messo in macchina l’occorrente per la prima sopravvivenza. Nel corso della serata la terra ha tremato di nuovo, la paura è stata talmente intensa che abbiamo preso alcune accortezze, forse un po’ eccessive, per evitare di trovarci in situazione di pericolo. Lo spavento fu enorme, tale da bloccare le successive mestruazioni nelle nostre menti che non volevano neanche sperare che tu fossi già nel mio ventre impegnatissima a trasformarti da morula a foglietti embrionali, ciò che avrebbe dato vita agli organi e ai tessuti. Solo a pensarci viene un senso di vertigine, quello che stava accadendo era meraviglioso e mentre tutte queste trasformazioni si compivano all’interno del mio corpo noi continuavamo ignari le nostre esistenze. 

3. Dal 5 al 12 novembre 2016
Il 30 ottobre gli Appennini si sono nuovamente assestati, con devastanti scosse di terremoto, la più forte da quella del 1980 che rase al suolo l’Irpinia, che ci hanno, come puoi immaginare, terrorizzati. Le onde si sono propagate e sono state avvertite fino in Austria anche se l’epicentro era a pochi chilometri da Mentana. La forza della natura ha caratterizzato tutta la gravidanza, è stato un po’ il tratto distintivo della tua gestazione e d’altronde non avrebbe potuto essere diversamente. Per il ponte del primo novembre abbiamo preferito, rispettando le tradizioni di famiglia, rimanere a Mentana per festeggiare l’onomastico di tua nonna Lucilla e il compleanno di tuo nonno Giancarlo. Tu cominciavi già a formarti dentro di me, eri oramai in forma embrionale e il tuo cuoricino già pulsava a 40 battiti al minuto o giù di lì, dimostrando un coraggio e una placida determinazione a vivere nonostante noi continuassimo a non accorgerci o forse, per qualche oscura e remota ragione, per qualche atavica paura, fingevamo con noi stessi di non aver notato alcun cambiamento. 

4. Dal 12 al 19 novembre 2016
Le festività si avvicinavano e abbiamo iniziato ad immaginare un viaggetto natalizio senza troppa convinzione, c’era qualcosa che ci faceva venire la voglia di rimanere, sentivamo il bisogno di stare insieme senza agire o muoverci tanto. Avevamo inoltre avuto l’idea di intraprendere un giro della Scozia durante le vacanze pasquali, pertanto avremmo fatto a meno anche delle esplorazioni nel periodo invernale. Tu crescevi dentro di me ma non ne avevamo ancora sentore, tranne un raffreddore che mi colpiva appena uscivo e che probabilmente era dovuto alla carenza di ferro o forse ad un istintivo senso di protezione nei confronti della vita. Eri cresciuta di oltre diecimila volte rispetto al tuo primo giorno da morula e stavi costruendo i tuoi organi. Non avendo perso completamente la speranza non ho preso farmaci per il raffreddore e ho continuato a preoccuparmi della folle igiene richiesta dalla mancanza di anticorpi per la toxoplasmosi, qualcosa di cui non si è al momento capito molto e di cui spero che quando tu deciderai di diventare mamma si sarà compreso il meccanismo e verrà scoperta una vaccinazione adatta. 

5. Dal 19 al 26 novembre 2016
Dalle ultime mestruazioni era passato più di un mese e sul salvaslip non c’erano tracce di sangue. Non abbiamo dato peso alla cosa pensando che lo spavento per il terremoto mi avesse bloccato il ciclo, io ho continuato a non prendere farmaci e a fare attenzione a tutto ciò che avrebbe potuto creare problemi con la toxoplasmosi. Ho dunque deciso di iniziare una mia personale terapia per curare i nervi: la lettura integrale delle opere di Leonardo Sciascia. Da tempo volevo immergermi in quella scrittura in cui le parole, la punteggiatura e i silenzi sono necessari, frutto di un geniale processo di distillazione del pensiero. I libri di Sciascia richiedono una grande attenzione, non possono essere consultati distrattamente, non lasciano il tempo alla mente di divagare, impongono una concentrazione profonda e schietta, sono scritti con rarissima onestà intellettuale e con altrettanta onestà debbono essere letti. Il raffreddore continuava a tenermi accanto alla stufetta a legna con le pezze calde, ricetta della tua bisnonna Berta, sul viso, avvolta in piumoni e coperte. Le mie attività principali consistevano nella lettura e nella scrittura. Tuo padre, oltre al lavoro più ordinario, stava cominciando a prendere gusto nel creare mobili molto belli e particolari. Si era messo in testa di costruire un letto che riprendesse l’essenza delle onde oceaniche e al contempo la semplice linearità dell’infinito. Tu nel frattempo eri diventata grande quasi 2.5 millimetri, la tua testa aveva una forma, la ‘coda’ aveva lasciato spazio a gambe e braccia, gli organi interni cominciavano a funzionare e il cuore a battere fortissimo. 

6. Dal 26 novembre al 3 dicembre 2016
Il letto che tuo padre aveva creato era pronto, dipinto a mano, con l’ovale fatto fare a mano da una antica bottega di Castelli, in Abruzzo, il materasso e la rete erano arrivati e tutto era stato montato, per cui era ora di cominciare a pensare ai tavoli e ad altre creazioni artigianali. Il raffreddore continuava a tenermi accanto alla stufetta e una generale debolezza mi teneva lontana dalla progettazione per la preparazione di dolci e prelibatezze da regalare ai parenti per le festività natalizie. L’idea di una gita in Basilicata durante il ponte dell’8 dicembre si faceva sempre più pallida man mano che le temperature si abbassavano e l’inverno si presentava tra i più freddi, a nostra memoria. Alla lettura di Sciascia, che comportava telefonate estatiche a tuo padre il quale ormai si era convinto che ascoltare brani dello scrittore siciliano tra una saldatura e l’altra poteva essere anche meglio di doversi sorbire soltanto quelle pronunciate dal Primo Ministro canadese Justin Trudeau, avevo cominciato ad abbinare quella di Mazzini, tanto di allontanarmi dalla stufetta con il corredo di pezze calde, coperte e piumoni non se ne parlava proprio. Nel frattempo tu avevi iniziato a muoverti nell’utero ma io fingevo con me stessa che le mie erano soltanto illusioni e che forse sarebbe stato meglio smettere proprio di sperare di avere un figlio, alla nostra età poi. 

7. Dal 3 al 10 dicembre 2016
Fino all’ultimo momento siamo stati indecisi se partire o meno per il giro in Basilicata, avevamo fatto un progetto con i chilometri e le tappe, i punti di discordia con tuo padre Claudio erano troppi e soprattutto le temperature erano davvero troppo basse. Un inverno così freddo non lo ricordavano neanche le persone più anziane e il mio raffreddore che si attenuava notevolmente quando papà mi cuoceva una bella bistecca acquistata da Oscar sembrava proprio volermi far stare ferma accanto alla stufetta con le pezze calde d’ordinanza. Non riuscivamo proprio a capire che probabilmente non era da imputare al freddo ma alla mancanza di quel ferro che tu utilizzavi per costruire organi e definire la tua splendida forma. Stavi sviluppando le ossa e la spina dorsale, immagina che trasformazioni e che lavorio per passare in neanche due mesi da un peso infinitesimale a ben due grammi! L’8 abbiamo decorato l’albero, come da tradizione per Claudio, anche se per me si dovrebbe addobbare il 24 dicembre.


8. Dal 10 al 17 dicembre 2016
Le festività natalizie si avvicinavano e non c’era verso di mettersi in cucina a preparare ferratelle, ciambelline al vino, sesamini, ciammelle a cancellu e altre prelibatezze da regalare ad amici e parenti e consumare durante le giornate festive. Avevamo decisamente scartato l’idea di andare da qualche parte perché il freddo era davvero tanto, c’era neve ovunque, le strade erano spesso ghiacciate, io continuavo ad avere l’insolito raffreddore e ci eravamo convinti ad organizzare il viaggio in Scozia per Pasqua per cui avremmo dovuto cercare di mettere da parte i soldi necessari per quell’avventura di cui parlavamo da tanto tempo. Le mestruazioni non si erano fatte vedere ma un paio di giorni di ritardo cosa vuoi che siano? Erano la tua trasformazione da embrione a feto, qualcosa di assolutamente prodigioso. 

9. Dal 17 al 24 dicembre 2016
Il ‘raffreddore’, che si attenuava notevolmente dopo aver ingurgitato la carne di manzo che Claudio comprava da Oscar, continuava a tenermi vicino alla stufetta. Un po’ di debolezza, attribuita sempre ai malanni stagionali, mi ha persuasa decisamente a non mettermi ai fornelli. Pertanto per i regalini di Natale ci siamo affidati alle proposte nei negozi locali dismettendo l’idea di preparare dolciumi a mano. Tu continuavi a crescere e svilupparti nel mio ventre e forse cominciavamo ad intuire qualcosa ma avevamo troppa paura che fossero soltanto illusioni e abbiamo continuato a far finta di niente, anche se papà Claudio aveva fortunatamente deciso di mettermi a dieta di carne rossa, nonostante le mie chiassose quanto inutili proteste.

10. Dal 24 al 30 dicembre 2016
Le festività natalizie sono trascorse con la solita frenesia, qualche litigata familiare decisamente evitabile, scambi di regali, l’albero era già stato adornato l’8 dicembre per cui non abbiamo trascorso la vigilia a decorarlo. Il raffreddore non accennava a placarsi e io continuavo a rifiutare arrabbiata i consigli a farmi vedere da un dottore: è soltanto un po’ debolezza, la colpa è dell’henné, ho preso freddo andando a stendere i panni, mi sono bagnata uscendo dalla macchina senza ombrello, erano alcune delle spiegazioni che adducevo. Forse cominciavo a sentire qualcosa dentro di me ma non era ancora il momento di ammetterlo né a me né a Claudio né all’universo intero. Tu eri decisamente in fase di crescita, ti stavano spuntando anche i capelli, e con la determinazione che ha contraddistinto tutta la gravidanza hai continuato a prendere da me gli elementi nutritivi che ti servivano. Il viaggio in Scozia cominciava a prendere sempre più forma, con due itinerari possibili, il calcolo di chilometri, tariffe, orari, luoghi di interesse, posti da visitare assolutamente. 

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