domenica 27 agosto 2017

Quarantuno settimane e mezzo * Da undici a diciassette (bozza)

11. Dal 30 dicembre 2016 al 6 gennaio 2017

Capodanno era alle porte ma debolezza e raffreddore continuavano a tenermi in una specie di limbo fatto di tiepido latte, stufetta a legna, piumoni, coperte e pezze calde per cui abbiamo deciso di non fare nient’altro che una cenetta in famiglia. Le festività sono state più che altro un’occasione per rimettere a posto fogli e foglietti, dipingere alcuni muri e riposare. Nel frattempo tu cominciavi ad essere lunga più o meno come il mignolo della mia mano e la mia pancia si era arrotondata, qualche sentore della tua presenza misto a speranza si affacciava nelle nostre menti.

12. Dal 6 al 13 gennaio 2017

Le mestruazioni non accennavano a comparire ma con quel raffreddore e quegli spaventi abbiamo atteso qualche giorno per fare il test di gravidanza. Eravamo incerti e piuttosto dubbiosi sulla necessità di effettuarlo per cui abbiamo lasciato correre qualche altro giorno. Il tran tran quotidiano era ricominciato e Papà Claudio, che non sapeva di essere genitore, era tornato nella sua fucina più preoccupato di farmi ritrovare le forze mediante le bistecche di Oscar che delle potenziali e future responsabilità paterne. Io avevo cominciato ad avere la netta sensazione che una splendida bambina stesse crescendo dentro il mio ventre ma avevamo perso le speranze di poter avere un figlio e razionalmente mi convincevo che era soltanto un’illusione, una mia proiezione, un mio desiderio, qualcosa che avrei voluto con tutto il cuore ma che non era possibile. Pensavo e ripensavo a tutto ciò che era accaduto nei mesi precedenti e più sentivo emotivamente la tua presenza più, ragionando, mi dicevo che dovevo smetterla di immaginarti. La lettura di Sciascia e Mazzini proseguiva insieme ad un rinnovato amore per la scrittura e un interesse sempre più vivace per la politica, in particolare per alcuni politici che stavano esprimendo e mettendo in pratica, dopo anni di banalità, idee interessanti e innovative. 

13. Dal 13 al 20 gennaio 2017
Il 18 gennaio un altro terremoto ha scosso il Centro Italia, la paura è stata ancora una volta fortissima e abbiamo imputato ritardo e la terza amenorrea allo spavento. Al sisma si è aggiunta una valanga, quella dell’Hotel Rigopiano in Abruzzo, che ha travolto e sommerso la figlia della lavandaia di Casali che si chiamava Valentina, come me. L’emozione in paese è stata intensa e abbiamo seguito passo passo le operazioni di salvataggio, quando abbiamo capito che non c’era più niente da fare per quella ragazza il paese intero ha pianto per la sciagura occorsa a quella famiglia di persone oneste e, fino a quel giorno, spensierate. Nel frattempo tu iniziavi a sviluppare il senso del gusto, io avevo continui giramenti di testa, debolezza e raffreddore che si attenuavano notevolmente dopo aver mangiato carne di manzo. 

14. Dal 20 al 27 gennaio 2017

La mia pancia cresceva, gli abiti non mi entravano più e il dubbio sulla possibile gravidanza diventava qualcosa di più di una speranza. Per non cedere alle potenziali illusioni abbiamo perfezionato alcuni tratti del viaggio in Scozia con una minuzia di dettagli da cartografi e ci siamo interessati ad un itinerario estivo per tornare verso l’oceano senza troppi indugi. Tra occhiate speranzose molto di sottecchi, pantaloni che non entravano più e la sensazione sempre più precisa di te abbiamo cominciato a cercare un posto dove effettuare un’ecografia, così per scrupolo. Il test di gravidanza lo abbiamo lasciato nel mobiletto, forse per scaramanzia. Un sabato ci avventuriamo nel quartiere Talenti, a pochissimi chilometri da Mentana, impiegando oltre un’ora a fronte di un tempo stimato di non più di 20’ col traffico. Siamo tornati nervosi e con la determinazione a non fare neanche le analisi a Roma. Tanto per non escludere alcuna possibilità abbiamo iniziato a cercare ospedali con un buon reparto di ostetricia e ginecologia per effettuare una visita ed eventualmente fare l’ecografia. Tu eri cresciuta nel frattempo fino a raggiungere circa sette centimetri. Il 21 abbiamo fatto la prima gita di ‘avanscoperta’ per raggiungere l’ospedale di Ciconia, Santa Maria della Stella di Orvieto, dove saresti nata ventisette settimane e mezza dopo. 

15. Dal 27 gennaio al 4 febbraio 2017
Negare a noi stessi la tua presenza stava diventando imbarazzante. Ci guardavamo senza osservarci ma ormai nei nostri occhi l’illusione si stava tramutando in speranza. L’ospedale di Orvieto ci aveva fatto un’ottima impressione ma la ricerca ha ovviamente coinvolto altre strutture in Umbria, in Toscana e a Roma. Le speranze sembravano concretizzarsi, la sensazione della tua presenza era decisamente forte e le razionalissime scuse e paure si stavano dissolvendo quale neve al sole. Per scrupolo Claudio e Oscar, cui era stata annunciata un’anemia da vegetarianesimo, si erano coalizzati per ingozzarmi di carne e farmi ritrovare forze e ferro. Aspettiamo le prossime mestruazioni, ci dicevamo, prima di allarmarci: terremoti non ce n’erano stati e il ciclo sarebbe dovuto tornare alla normalità. In realtà tu già sentivi i primi suoni ed esprimevi, a tuo modo, preferenze ben delineate anche se ancora non le avevamo ben capite.


16. Dal 4 al 11 febbraio 2017 
L’orologio ticchettava, i giorni sul calendario si alternavano e noi continuavamo le ricerche tra incertezze e molti dubbi sulla nostra effettiva capacità di comprendere ciò che fosse più giusto. A Roma ci sembrava tutto molto caotico, la Toscana era lontana, avevo fastidi a viaggiare in macchini che avevo attribuito alle emorroidi, e l’Umbria ci faceva sempre una buona impressione. C’era da aspettare ancora un po’ per l’arrivo delle mestruazioni per cui ci siamo dedicati a molte attività che ci distraevano dal pensiero che stava diventando sempre più concreto e meno illusorio. Io mi sentivo meglio rispetto alle settimane precedenti, eravamo entrate nel secondo trimestre e tu ti muovevi frequentemente anche se io non riuscivo ad accorgermene. 

17. Dal 11 al 18 febbraio 2017
Nessun terremoto aveva scosso la terra, non c’erano state calamità naturali e la quarta amenorrea non poteva più essere attribuita a qualche spavento, seppur di grande entità. La pancia stava assumendo una bella forma tondeggiante e avevo molte difficoltà a guidare la macchina. Il giorno del mio onomastico, il 14 febbraio, San Valentino, ho avuto la sensazione nettissima di un tuo movimento e sono rimasta inebetita dalla gioia per qualche ora. Oltre alla pancia anche il seno cambiava, era più grande e caldo, sembrava quasi un biberon. La ricerca di ospedali e centri di analisi per l’ecografia in 3D proseguiva frenetica. 

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