Nanneri Turritopsis, l’idromedusa che voleva
suonare con le balene
C’era una volta e c’è ancora un grande mare
che si chiama Oceano Pacifico. In questo luogo a tutt’oggi un po’ inesplorato,
vive e viveva Nanneri Turritopsis un’idromedusa, anche detta medusa immortale o
turritopsis nutricola, che amava e ama suonare tutti gli strumenti. Essendo
infatti pressoché immortale ha un sacco di tempo per imparare a dovere come
suonare per bene ciascuno strumento. Per imparare a suonare il violino, ad esempio,
le sono servite due vite da medusa e una da polipo, per apprendere i segreti
delle percussioni, ha impiegato una vita da medusa e due da polipo, per il
flauto ha dovuto attendere tre vite da medusa e per l’oboe ben due da polipo.
Insomma, con costanza e perseveranza, con amore e dedizione, si è impegnata ad
esplorare i più reconditi segreti dell’orchestra. Un giorno, un po’ annoiata nel
lungo scorrere della sua esistenza perenne, decise di attraversare l’Oceano
Pacifico e arrivare nell’Oceano Atlantico e chissà dove altro. Lungo il
tragitto rischiò più volte di veder naufragare il proprio progetto contro le
isole di plastica, nei liquami delle navi o sotto lo scuro manto del petrolio
sversato in mare. Qual era il suo sogno? Molto semplice a dirsi ma non a farsi:
avrebbe voluto comporre e mettere in scena un’opera con le balene, i delfini e
i cavallucci marini che, come ognun sa, sono ottimi ballerini. Le sue amiche la
prendevano in giro, le sorridevano e la motteggiavano, a volte la criticavano
apertamente fino a che decisero di non parlarle più. Nanneri era ed è molto
testarda, non si lascia abbattere dalle difficoltà e così, per il sì e per il
no, riuscì ad arrivare fino al mare in cui c’erano tantissime balene, delfini e
cavallucci marini, li convinse ad eseguire una partitura da lei composta ma,
proprio mentre lo spettacolo stava per incominciare, un pesce gatto affamatissimo
divorò in un sol boccone tutto lo spartito!.
Molto
liberamente ispirato a Maria Anna Walburga Ignatia Mozart
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