domenica 16 febbraio 2020

Il chiodo e i peperoncini


Un chiodo se ne stava tutto solo inchiodato al muro come se niente fosse. A volte veniva utilizzato per reggere quadri, calendari e molti altri ammennicoli. Un giorno gli capitò di reggere persino un campanaccio, uno di quelli che usano le mucche nei pascoli di montagna, il vento sbatteva il batacchio e DLEN DLEN DLEN, sentiva bellissime vibrazioni che gli facevano immaginare ampie vallate coi trattori BRUM BRUM BRUM e alte montagne sui cui sciare SCIAF SCIAF SCIAF. Gli pareva quasi di poter annusare l’aria UHHHMMMMM e di distinguere camomilla, menta, elicriso ed edelweiss, cipolle, peperoncino… ehi un momento cos’era quel profumo di peperoncino? Forte, intenso, piccante: uh una treccia di rossi cornetti adornava ora la sua capocchia. Il chiodo si sentì molto onorato di questo trattamento e si gonfiò d’orgoglio GLLLLLL, poi si sgonfiò FSSSSSS al punto che cadde rovinosamente per terra, lasciando i peperoncini tutti sparpagliati sul pavimento. Per non farsi trovare chissà dove si andò a cacciare, la leggenda vuole che lo stiano ancora a cercare….

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