Il pastorello e la grande festa
C’era una volta e c’è ancora un parco
naturale tra gli Appennini in cui si danno appuntamento, in un giorno e ad un
orario che varia ogni anno in base a criteri imprevedibili, gnomi, elfi, fate,
streghe e cernunni per celebrare il solstizio o l’equinozio oppure altre ricorrenze
naturali. In realtà, più che per celebrare qualcosa, si incontrano per il
piacere di stare insieme. Un giorno, un giovane pastorello si trovò per uno
strano caso del destino a pascere le pecore del suo gregge a pochi passi dal luogo
prescelto per la riunione. Il tintinnio delle campanelle e il belare quieto degli
ovini lo stava quasi facendo addormentare quando gli sembrò di vedere uno gnomo
e poi un altro e un altro ancora. Si stropicciò gli occhi e uno sciame di fate
volanti gli accarezzò i ricci neri e folti, sbatté le palpebre e vide una strega
a cavalcioni di un cernunno, una creatura enorme metà uomo e metà cervo, roteò
le pupille ed ecco un gruppo di elfi dirigersi verso una radura al di là della faggeta.
Il pastorello parlò coi suoi fedeli cani maremmani e disse: “Aspettatemi qui,
voglio andare a vedere cosa succede”. Il cane più anziano gli abbaiò in
risposta: “Lascia perdere, non ti immischiare, stai con noi”. Il pastorello
ringraziò per il saggio consiglio, prese una tromba che portava sempre con sé e
rispose: “Se dovessi essere in pericolo suonerò queste note” PEREPEREPE. “Va
bene”, guaì il cane. Le pecorelle si strinsero l’una all’altra e si
addormentarono mentre il pastorello si addentrò nella faggeta. Quale sorpresa
quando vide tutto quel mondo colorato e vivacissimo che si affaccendava per quella
che sembrava proprio una festa. Come avrebbe fatto a non farsi scoprire?
Decorò alla meglio i suoi calzari con foglie
e bacche, intrecciò velocemente una coroncina con rami di quercia, si dipinse
simboli sul volto con il fango e sfoderò la sua tromba: cosa c’era di più
naturale di un trombettista ad una festa?
Il pastorello si aggirò indisturbato,
con la meraviglia negli occhi e la felicità di una scoperta meravigliosa, poi trovò
un piccolo poggio e soffiò con tutto il fiato che aveva nella tromba imitando i
suoni che aveva sentito su un disco di un trombettista molto famoso che si
chiamava Miles Davis. Gnomi, elfi, fate, streghe e cernunni si girarono a
guardarlo, non lo avevano mai visto prima ma aveva proprio talento. Si
lanciarono uno sguardo di intesa e di sfida, sfoderarono i loro strumenti e si
lanciarono in una improvvisazione frenetica e complicatissima, sfidando il
giovane a seguirli. Il pastorello capì al volo, li seguì senza sbagliare e,
soprattutto, evitando di emettere la sequenza di note che avrebbe richiamato i
suoi cani. Ad un certo punto, senza capire neanche perché, si addormentò di
sasso, streghe e cernunni lo riportarono dal suo gregge lasciandogli tra le
mani, però, una bellissima tromba nuova. Quando il pastorello si svegliò, si
sentiva intorpidito e aveva la sensazione di aver sognato un sogno bellissimo,
guardò i suoi cani che fecero finta di niente sorridendo sotto i baffi, lui toccò
la sua tromba e… che sorpresa quando vide quello splendore luccicante! Da quel giorno
il pastorello non smise mai di soffiare nella sua tromba e vennero da tutti gli
angoli del pianeta per ascoltarlo suonare.
Storiella molto liberamente ispirata ad un racconto di Paolo Fresu ne 'La musica dentro', edito da Feltrinelli, sulle esercitazioni del grande jazzista italiano nelle campagne di Budoni, nei pressi di Berchidda.
Storiella molto liberamente ispirata ad un racconto di Paolo Fresu ne 'La musica dentro', edito da Feltrinelli, sulle esercitazioni del grande jazzista italiano nelle campagne di Budoni, nei pressi di Berchidda.
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