11.
GARIBALDI: Ecco, siamo quasi arrivati
JANE: Cos’è?
GARIBALDI: Una trattoria
JANE: Ma ci faranno mangiare a quest’ora?
GARIBALDI: Il ristoratore è un mio amico
JANE: Davvero?
GARIBALDI: Sì, lui e la moglie sono
persone molto cortesi
JANE: Vi conoscete da tanto?
GARIBALDI: Più che altro abbiamo molti
argomenti di discussione
JANE: Ah davvero?
GARIBALDI: Sì, amano cucinare con le
piante locali
JANE: E immagino che tu ne sappia
qualcosa
GARIBALDI: Oh ma guarda che hanno
studiato
JANE: E tu?
GARIBALDI: Cosa?
JANE: Hai studiato?
GARIBALDI: Sì, beh, sì
JANE: Pensavo che fare il giardiniere
non richiedesse particolari studi
GARIBALDI: Hai parecchi pregiudizi
JANE: No, non molti, forse sono soltanto
un po’ ignorante in materia di boschi e giardini
GARIBALDI: E perché sei venuta nel
Giardino di Ninfa?
JANE: Già, perché?
12.
12.
Nella trattoria vennero accolti da
Trombolotto Cajetani, un uomo con umore uggioso tendente a rapide schiarite,
corpulento, sanguigno, con una vocetta esile, da adolescente; e da sua moglie Limonella
Citrella, magra, piccolina, con grandi occhi ben truccati, sofisticata e abituata
a dispensare sorrisi alla bisogna, senza prodigarsi.
TROMBOLOTTO: Ohilà che piacere
GARIBALDI: Spero di non disturbare
LIMONELLA: Mai, assolutamente
JANE: Salve
TROMBOLOTTO: E questa bella fanciulla?
GARIBALDI: Si chiama Jane
LIMONELLA: Io Limonella e lui
Trombolotto
JANE: Piacere
TROMBOLOTTO: Dove l’hai trovata?
GARIBALDI: Beh
LIMONELLA: Non l’avrai mica colta in
giardino
JANE: In certo qual modo
TROMBOLOTTO: Sembra una splendida rosa
ma
GARIBALDI: Eh
LIMONELLA: Avete fame?
JANE: Oh sì
13.
Jane Tempesta e il giardiniere Garibaldi
mangiarono di gusto gli ottimi piatti. Limonella e Trombolotto li avevano
lasciati da soli, senza chiedere niente. Erano dotati di una naturale
discrezione e il lavoro in osteria aveva
affinato quel sesto senso che permette alle persone di essere ospitali e
garbate senza essere invadenti.
Avevano avuto l’impressione, poi, che
tra quei due vi fosse una specie di ancestrale amicizia, un affetto e una
comprensione appena accennata e al contempo consolidata per cui lasciarono che
si rifocillassero abbondantemente prima di rivolgere loro le domande che ovviamente
li incuriosivano.
Non era inusuale che Garibaldi arrivasse
con qualche persona ad orari improbabili o con donne anche molto affascinanti
ma aveva sempre un atteggiamento diverso, da corteggiatore o da corteggiato, da
grande amico o da goliardico compagnone.
A ben guardare sarebbe sembrato alquanto
strano a chiunque vederli insieme.
Parevano cospiratori ottocenteschi in
abiti moderni con l’aria di condividere qualche magico segreto.
Limonella li osservò per un po’, poi
riprese le sue attività, pensierosa.
Un fornitore di verdure interruppe la
contemplazione e per qualche istante ebbe la sensazione di averli soltanto
sognati.
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