domenica 3 novembre 2019

Le avventure del Giardiniere Garibaldi e Jane Tempesta 11, 12 e 13


11.

GARIBALDI: Ecco, siamo quasi arrivati
JANE: Cos’è?
GARIBALDI: Una trattoria
JANE: Ma ci faranno mangiare a quest’ora?
GARIBALDI: Il ristoratore è un mio amico
JANE: Davvero?
GARIBALDI: Sì, lui e la moglie sono persone molto cortesi
JANE: Vi conoscete da tanto?
GARIBALDI: Più che altro abbiamo molti argomenti di discussione
JANE: Ah davvero?
GARIBALDI: Sì, amano cucinare con le piante locali
JANE: E immagino che tu ne sappia qualcosa
GARIBALDI: Oh ma guarda che hanno studiato
JANE: E tu?
GARIBALDI: Cosa?
JANE: Hai studiato?
GARIBALDI: Sì, beh, sì
JANE: Pensavo che fare il giardiniere non richiedesse particolari studi
GARIBALDI: Hai parecchi pregiudizi
JANE: No, non molti, forse sono soltanto un po’ ignorante in materia di boschi e giardini
GARIBALDI: E perché sei venuta nel Giardino di Ninfa?
JANE: Già, perché?

12.

Nella trattoria vennero accolti da Trombolotto Cajetani, un uomo con umore uggioso tendente a rapide schiarite, corpulento, sanguigno, con una vocetta esile, da adolescente; e da sua moglie Limonella Citrella, magra, piccolina, con grandi occhi ben truccati, sofisticata e abituata a dispensare sorrisi alla bisogna, senza prodigarsi.

TROMBOLOTTO: Ohilà che piacere
GARIBALDI: Spero di non disturbare
LIMONELLA: Mai, assolutamente
JANE: Salve
TROMBOLOTTO: E questa bella fanciulla?
GARIBALDI: Si chiama Jane
LIMONELLA: Io Limonella e lui Trombolotto
JANE: Piacere
TROMBOLOTTO: Dove l’hai trovata?
GARIBALDI: Beh
LIMONELLA: Non l’avrai mica colta in giardino
JANE: In certo qual modo
TROMBOLOTTO: Sembra una splendida rosa ma
GARIBALDI: Eh
LIMONELLA: Avete fame?

JANE: Oh sì

13.

Jane Tempesta e il giardiniere Garibaldi mangiarono di gusto gli ottimi piatti. Limonella e Trombolotto li avevano lasciati da soli, senza chiedere niente. Erano dotati di una naturale discrezione  e il lavoro in osteria aveva affinato quel sesto senso che permette alle persone di essere ospitali e garbate senza essere invadenti.
Avevano avuto l’impressione, poi, che tra quei due vi fosse una specie di ancestrale amicizia, un affetto e una comprensione appena accennata e al contempo consolidata per cui lasciarono che si rifocillassero abbondantemente prima di rivolgere loro le domande che ovviamente li incuriosivano.
Non era inusuale che Garibaldi arrivasse con qualche persona ad orari improbabili o con donne anche molto affascinanti ma aveva sempre un atteggiamento diverso, da corteggiatore o da corteggiato, da grande amico o da goliardico compagnone.
A ben guardare sarebbe sembrato alquanto strano a chiunque vederli insieme.
Parevano cospiratori ottocenteschi in abiti moderni con l’aria di condividere qualche magico segreto.
Limonella li osservò per un po’, poi riprese le sue attività, pensierosa.

Un fornitore di verdure interruppe la contemplazione e per qualche istante ebbe la sensazione di averli soltanto sognati. 

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