venerdì 21 ottobre 2011

C'era una volta un giovane marchese 2


La chiesa cattolica quando si parla di questioni che potrebbero radicalmente cambiare l'assetto sociale del mondo su cui esercita influenza diretta o indiretta, ha sempre avuto una sensibilità particolare e una capacità straordinaria di comprenderne la portata rivoluzionaria. I pontefici che osteggiarono la libera scienza avevano, a ben guardare, intuito prima degli stessi studiosi, che quelle teorie, all'apparenza innocue speculazioni sulla natura e sul creato che non mettevano minimamente in discussione i precetti religiosi, costituivano la base, le fondamenta, di una vera e propria rivoluzione sociale e culturale. Il mondo e il modo di pensare stavano cambiando, in modo assolutamente radicale. Dire che la terra gira intorno al sole e non il contrario equivaleva a mettere in discussione l'ordine costituito. Paradossalmente, con tutta la sua scienza, Galileo non poteva immaginare la forza delle sue indagini, ma la chiesa aveva intuito, anche se non previsto, che quelle idee, e soprattutto quel modo di pensare che lui, Keplero, Newton avevano introdotto, sarebbe stata la base su cui un secolo dopo sarebbero nate le idee ispiratrici di eventi di rilevanza storica immensa, quali la rivoluzione francese. Ma questa è un'altra storia, o comunque è troppo lunga da raccontare in questo frangente. Federico Cesi era decisamente un giovanotto sveglio e capace di captare le nuove tendenze. Aveva forse compreso che l'avanguardia del pensiero, quello che di più interessante e importante stava accadendo negli anni in cui gli era capitato di vivere, era proprio la scienza. Cristoforo Colombo era stato seppellito da oltre un secolo, Marco Polo era tornato dalla Cina due secoli addietro, l'Italia non esisteva e non c'erano nobili con smanie colonialiste, tranne qualche pontefice con la tendenza ad evangelizzare terre incognite. Se nel secolo precedente la cosa più interessante e stimolante da fare era esplorare mari e mondi fino ad allora sconosciuti, nel 1600 il libero pensiero sembrava essere la vera frontiera. E il libero pensiero non ha confini geografici, sembra voler volare attraverso le pagine stampate, tra chiacchiere cortigiane e ideali da concretizzare nel Nuovo Mondo, al di là dell'oceano, dove si va anche per costruire una società più giusta e dove i francesi sono costretti a chiedere l'aiuto delle orsoline per poter parlare con fiere donne che navigano senza gli uomini nelle fredde acque del fiume Harricanaw. Mentre il mondo cambia rapidamente, il marchese di Monticelli, appena diciottenne invece di interessarsi all'arte della guerra vuole realizzare un sogno, costituire un'accademia.


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