Nella Giornata della Terra
Nella Giornata della Terra
Un Albatro Urlatore volò talmente in alto,
spiegando le sue ampie ali che si perse tra le nuvole
dove tirava un vento forte forte ma non aveva neanche
una sciarpa per coprirsi il collo, per fortuna una foglia
gentile arrivò fino al suo becco e senza dir niente
gli protesse anche il ventre. Meno male veramente
perché da un uragano fu scaraventato su un
albero talmente alto che gli fece venire le vertigini
malessere alquanto insolito per un uccello che sa volare.
Non c’è certo da meravigliarsi, era atterrato su una
Sequoia sempreverde, l’albero più grande della Terra
Se cerchi con attenzione non ne troverai neanche
Uno altrettanto alto: raggiunge facilmente l’altezza di
Una torre o di un palazzone di trenta piani. È antica
E ha una memoria strabiliante ma è meglio non dirlo
troppo in giro ma girarci intorno e fare girotondo
E girare intorno al mondo fino ad arrivare
Nella foresta tropicale ad incontrare il vertebrato
Più piccolo del Pianeta, è una ranocchia che si chiama
Paedophryne amanuensis più piccola certamente
Di una monetina ma può stare comodamente
Sull’unghia di un bambino e cullarsi in una goccia
Di acqua piovana, se si trovasse su una foglia
Di Victoria amazonica si perderebbe e penserebbe
Di essere al centro del Pianeta e impiegherebbe
Tantissimo tempo per saltellare tutto intorno
Al suo diametro, meno è chiaro di quel che
Potrebbe ricordare un Celacanto che è
Un pesce antico come e più del pianto
Che fa uscire, chissà perché, acqua
Dalle cavità oculari e non dalle
Profondità abissali dove vive tranquillamente
Il Collembolo della Grotta Krubera.
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