martedì 30 luglio 2019

Farpetta


Farpetta

C’era una volta, e pare ci sia ancora, un luogo meraviglioso all’interno di una grande città: è un giardino pensile fiorito.
Tutt’intorno vi sono palazzi e costruzioni, sopra volano aerei, droni, elicotteri e aquiloni, al di sotto brulicano automobili, tram, autobus, biciclette, trenini, motociclette e pedoni, l’aria è spesso inquinata ma nel giardino pensile tutto è armonioso e coloratissimo.
È un giardino molto grande perché sorge sul tetto di un edificio gigantesco e si sviluppa anche in verticale, dove si congiunge con una splendida aiuola dove si coltiva anche un orticello, piccolo e molto bello.
Che lo si guardi in estate, autunno, inverno o primavera c’è sempre qualche fioritura da ammirare e spesso anche qualche buon frutto da gustare ma bisogna pazientare che maturi senza forzare.
In questo giardino scorrazzano e svolazzano molti animali utili a mantenere equilibrato il delicato ecosistema, tra cui api, vespe, bruchi che vivono la loro vita tranquillamente, tra alti e bassi, momenti di felicità, di noia, di tristezza e di gioia.
Un bel giorno arrivò nel giardino Rebecca Farfalletta, una farfalla sempre scontenta che si sentiva sola e sconsolata e non c’era verso di farle capire quanto fosse piacevole svolazzare di fiore in fiore. Nel giardino pensile serpeggiò un po’ di preoccupazione ma venne presto dissipata dall’arrivo di Betto Apetto, un’ape molto intraprendente che sapeva sempre come far ridere la gente.
Appena vide Rebecca Farfalletta specchiarsi in una goccia di rugiada su una foglia di acero, Betto Apetto si innamorò perdutamente e cominciò a corteggiarla senza tregua, un giorno le girava intorno, un altro le faceva trovare un fiore, finché riuscì ad attirare la sua attenzione e farsi notare.
Fecero amicizia e da quel giorno non vi fu niente da fare: i due stavano sempre insieme, si erano proprio innamorati.
Dopo qualche tempo, nacque una bellissima creatura, aveva il corpo esile di Rebecca Farfalletta, le ali colorate ma trasparenti come quelle di Betto Apetto, gli occhi grandi e luminosi e, tra la gran sensazione che scatenò la notizia, vi fu chi propose di chiamarla Farpetta, e così fu. 

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