Farpetta
C’era una volta, e pare ci sia ancora,
un luogo meraviglioso all’interno di una grande città: è un giardino pensile
fiorito.
Tutt’intorno vi sono palazzi e
costruzioni, sopra volano aerei, droni, elicotteri e aquiloni, al di sotto
brulicano automobili, tram, autobus, biciclette, trenini, motociclette e
pedoni, l’aria è spesso inquinata ma nel giardino pensile tutto è armonioso e coloratissimo.
È un giardino molto grande perché sorge
sul tetto di un edificio gigantesco e si sviluppa anche in verticale, dove si
congiunge con una splendida aiuola dove si coltiva anche un orticello, piccolo
e molto bello.
Che lo si guardi in estate, autunno,
inverno o primavera c’è sempre qualche fioritura da ammirare e spesso anche
qualche buon frutto da gustare ma bisogna pazientare che maturi senza forzare.
In questo giardino scorrazzano e
svolazzano molti animali utili a mantenere equilibrato il delicato ecosistema,
tra cui api, vespe, bruchi che vivono la loro vita tranquillamente, tra alti e
bassi, momenti di felicità, di noia, di tristezza e di gioia.
Un bel giorno arrivò nel giardino
Rebecca Farfalletta, una farfalla sempre scontenta che si sentiva sola e sconsolata
e non c’era verso di farle capire quanto fosse piacevole svolazzare di fiore in
fiore. Nel giardino pensile serpeggiò un po’ di preoccupazione ma venne presto
dissipata dall’arrivo di Betto Apetto, un’ape molto intraprendente che sapeva
sempre come far ridere la gente.
Appena vide Rebecca Farfalletta
specchiarsi in una goccia di rugiada su una foglia di acero, Betto Apetto si
innamorò perdutamente e cominciò a corteggiarla senza tregua, un giorno le
girava intorno, un altro le faceva trovare un fiore, finché riuscì ad attirare
la sua attenzione e farsi notare.
Fecero amicizia e da quel giorno non vi
fu niente da fare: i due stavano sempre insieme, si erano proprio innamorati.
Dopo qualche tempo, nacque una
bellissima creatura, aveva il corpo esile di Rebecca Farfalletta, le ali
colorate ma trasparenti come quelle di Betto Apetto, gli occhi grandi e
luminosi e, tra la gran sensazione che scatenò la notizia, vi fu chi propose di
chiamarla Farpetta, e così fu.
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