domenica 23 giugno 2019

La Pucciarella


La Pucciarella

La Pucciarella è una bella donzella
Tutta intenta, te ne accorgi
Alle mansioni più comuni
Bisogna stare bene attenti
A non farla arrabbiare
Altrimenti come niente
Puoi trovarti senza denti
Ha un carattere un po’ brusco
Ma se la farai ridere vedrai
Un sorriso aperto e generoso
Illuminarle il viso e tutto il corpo
Correva l’anno 1527
E a Bagnaia, la sua patria
Un borghetto con tante chiese
Vicino a Viterbo, la città de’ Papi
Arrivarono niente meno che
I terribili e devastanti Lanzichenecchi
Volevano entrare nel paese
Metterlo a ferro e fuoco
Distruggerlo senza neanche
Aver la creanza di ammirarne
La bellezza, così senza indugio
Prese una pietra e poi un’altra
Salì sulla torre più alta
E come una furia si lanciò all’attacco
Di quel branco di soldati accattoni
Li mise in fuga con la forza di un lampo
Tutto il paese le fu accanto
E i barbari invasori cambiarono strada
Fuggendo a gambe levate
Non avendo neanche il tempo
Di ammirare il suo sorriso luminoso
O di assaggiare la pizza pasqualina


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