Lo yogurt di Orsetto Fiocchetto
Dudù Bianchina si svegliò una mattina
con l’aria birichina.
Si era guardata intorno, aveva
stropicciato gli occhi dirigendo lo sguardo verso un vasetto di yogurt con i
cereali che aveva attirato la sua attenzione la sera prima.
Orsetto Fiocchetto l’aveva messo a
preparare insieme ad altre leccornie per poter fare colazione col miele delle
arnie che aveva meticolosamente sistemato in un punto segreto del giardino.
Si era premurato di mescere il miglior
latte d’alpeggio con i fermenti lattici custoditi in qualche angolo della
dispensa in cui c’erano anche lievito di birra, lievitino e lievito madre.
Aveva preparato un vasetto coi cereali,
uno con le amarene e uno semplice semplice per farcire le scrippelle che
avrebbe cotto sul momento e guarnito con purissimo sciroppo d’acero canadese.
Dudù Natù aveva evidentemente le stesse
mire, appena arrivato davanti alla yogurtiera si era incuriosito, si era
guardato intorno e, appena si era avveduto della presenza di Dudù Bianchina, aveva
storto il musetto, così lei aveva deciso di fargli qualche dispetto.
Naccherella la coccinella arrivò baldanzosa
e contenta. Senza por tempo in mezzo guardò con gioia lo yogurt e bella bella
esclamò:
“Oh che piacere CLAC CLAC, lo yogurt
appena fatto è una delizia per il gusto ed è perfetta per iniziare bene la
giornata”
Sottolineò le sue affermazioni con una
piroetta che si concluse con un braceo e un pateo, ovverosia con un movimento delle
mani e un passo impetuosamente rumoroso tipici del flamenco.
Stellino cappellino non perse l’occasione
di unirsi alle danze e giunse ballando il famoso chumpa chumpa e canticchiando il
motivetto orecchiabile che pressappoco fa così: chumpa chumpa tata chumpa chumpa tata
chumpa chumpa chumpa tata chumpa pa pa.
Bandana il mozzo arrivò e sbadigliando disse
“arghhhh tuoni d’Amburgo che cos’è tutto questo baccano, tirate le gomene
queste non sono ore da balere”.
Soltanto a sentire nominare i tuoni d’Amburgo
Fibbia il pirata giunse lesto e presto con una cucchiarella in bocca a mo’ di
coltellaccio e senza dire né ‘a’ né ‘ba’ la infilò nel vasetto con lo yogurt e
se ne servì una porzione abbondante.
Codotto il pappagallo saltò giù dalla
sua spalla, svolazzando e spiumando tutt’intorno infilò tutto il becco nel
vasetto ma rimase incastrato.
“T’ho beccato!” ridacchiò soddisfatto l’Orsetto
Fiocchetto prendendolo per la lunga e folta coda.
“Adesso mi spiegherai perché mi rubi
sempre lo yogurt che preparo per la colazione anziché chiedermi di prepararne
anche per te o, meglio, di insegnartelo!”
Dudù Bianchina era rimasta con un palmo
di naso a vedersi scippato lo yogurt ai cereali che aveva puntato dalla sera
prima ma non perse l’occasione di fare un dispetto.
“Veramente anche Dudù Natù voleva lo yogurt
che fai tu”, disse con nonchalance piuttosto pettegola.
Orsetto Fiocchetto si guardò intorno ed
ebbe la strana sensazione che anche gli altri erano interessati ai suoi
vasetti, fece la faccia scura, strepitò e si arrabbiò e infine chiese:
“Ditemi la verità, volete anche voi il
mio yogurt!”
Li aveva beccati in flagranza di reato,
come si usa dire, e non poterono far altro che annuire.
Si decise così che Orsetto Fiocchetto
avrebbe insegnato anche agli altri a preparare lo yogurt la sera prima e che avrebbero
messo da parte più vasetti affinché ognuno avesse il suo bello yogurt pronto e
gustoso per una colazione coi fiocchi, senza farsi i dispetti.
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